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Alberta, Kety e Rita

venerdì 20 dicembre 2013

Aspettando Natale

Quest'anno non sembra neppure che manchino pochi giorni al Natale. Poche decorazioni, poche luminarie, persone poco propense allo shopping frenetico del regalo.. persino pochi panettoni e affini nei supermercati. Beh, non si può certo dire che sia stato un anno da ricordare, fra la crisi imperante, governi che si avvicendano senza risolvere granché, disoccupazione crescente e via dicendo. Non stupisce certo che alle persone manchi lo spirito per festeggiare Natale.
Cotoneaster lactea
Nonostante tutto il Natale per me rappresenta un punto di svolta. Non per il significato religioso, quanto per quello legato alle stagioni. Siamo arrivati al Solstizio d'Inverno, che cade esattamente in questa settimana e segna il giorno più corto dell'anno. Questo significa che d'ora in poi i giorni cominceranno a farsi più lunghi; essendo una persona fortemente influenzata dalla durata giorno-notte e poco amante delle lunghe sere d'inverno, va da sè che d'ora in avanti mi sembrerà di andare in discesa. E poi da gennaio comincio a pensare alla primavera, a dispetto delle gelate mattutine e magari anche della neve, ormai più frequente a febbraio-marzo che a dicembre. Nel frattempo, dato che freddo o no sono sempre all'aperto,  mi godo qualche sorpresa del momento.. dalle bacche rosse dei Cotoneaster lactea a quelle degli agrifogli, dalle fioriture profumate di calicanti e hamamelis a quello della Camellia Yuletide, che sboccia proprio in fondo all'anno.  Che tutti gli anni, crisi o non crisi, si rivestono di colore e mi sembrano i migliori addobbi natalizi che si possano avere.  In attesa delle primavera prossima allora e dell'aumento delle ore di luce non mi resta che augurare a tutti un buon Natale (o Solstizio?) e soprattutto una bellissima, prossima primavera.

lunedì 16 dicembre 2013

A favore dell'albero di Natale vero

Sarà anche un post scontato, ma la domanda che puntualmente viene rivolta a chi si occupa di piante è: qual è l'albero di Natale veramente ecologico? quello vero o quello finto?
Lasciatemelo dire: per me l'albero di Natale di plastica NON è ecologico, anzi, è la più grossa contraddizione che esista al mondo. Come si fa a considerare ecologico un albero che è un derivato del petrolio?  Vero è che un albero di plastica può essere utilizzato per anni e anni, ma è altrettanto vero che nel momento in cui si rompe o verrà gettato per sopraggiunti limiti di età, richiederà anni e anni per essere smaltito, trattandosi di sostanza non degradabile. Senza soffermarci a parlare dei luoghi in cui vengono prodotti, (come per tanti altri oggetti di uso quotidiano a basso costo, il Made in PCR la fa da padrone anche nel mercato natalizio) e delle condizioni lavorative delle persone che li fabbricano.
Per tutti coloro che controbattono di dicendo che per soddisfare la tradizione dell'albero di Natale si disboscano le foreste, mi permetto di dissentire. Gli abeti destinati a quest'uso, provengono da coltivazioni specializzate italiane (sempre meno) ed europee che creano un mercato e quindi occupazione. Se provenienti da ambienti boschivi, sono piante comunque destinate ad essere eliminate, in seguito ai normali diradamenti che vengono effettuati in bosco.
Nei paesi Nordeuropei, dove la cultura del verde e della natura è molto più radicato rispetto ai popoli mediterranei, ho assistito personalmente alla pratica, da parte degli stessi forestali, di destinare gli spazi sotto i tralicci dell'alta tensione, che per ragioni di manutenzione non possono essere occupati da grandi alberi, alla coltivazione degli abeti di Natale.
E lo smaltimento dell'albero di Natale una volta terminate le feste, è piuttosto semplice: difficilmente può essere ripiantato, dopo la permanenza in casa a 24°C e con le poche radici che ha a disposizione, ma di certo può essere bruciato nel caminetto (se lo avete), o tagliato a piccoli pezzi e gettato nell'organico; senza dimenticare che molte catene di grande distribuzione lo ritirano in cambio di un buono spesa, occupandosi di smaltirlo. E per ogni albero che viene venduto, altri ne vengono piantati nei vivai di produzione, nè più e nè meno di come si fa con l'insalata. 
E in fondo ammettiamolo: se l'albero di Natale simboleggia la luce e la rinascita della vita, che senso di vita ha un prodotto di plastica? 
E come rinunciare all'inconfondibile profumo di abete che emana la sua resina e che permea le abitazioni durante le feste?



lunedì 2 dicembre 2013

Rosso Natalizio..

Dato che le festività natalizie stanno incalzando e siamo ufficialmente entrati nel periodo dell'Avvento, vi consiglierei qualche pianta a tema.. di un bel colore rosso Babbo Natale.
La prima è senz'altro la Nandina domestica, che con il suo bel fogliame scarlatto e le bacche vermiglie è la maggior candidata a colorare l'inverno.
Nandina domestica
Ma accanto a lei non si può dimenticare la sua parente nana, la Nandina domestica Fire Power. Di taglia compatta, foglie più grandi, portamento arrotondato e crescita lenta, è adattissima anche in un contenitore, per chi, come me, non dispone di un giardino grande ma solo di un terrazzo di ringhiera. La raccomandazione per entrambe è che prendano il freddo, altrimenti le foglie non si colorano a dovere.
Nandina Fire Power

Cornus alba Elegantissima




Non possiamo poi dimenticare i Cornus alba Elegantissima o Sibirica, i cui rami spogli assumono una bella tonalità corallo, meraviglioso se posto a contrasto con un paesaggio innevato.
Infine l'agrifoglio, immancabile protagonista del Natale in tutte le tradizioni europee. Verde o a foglie variegate è lì, a rallegrare con le sue bacche rosse o con l'oro del fogliame le tristi e fredde giornate di dicembre, e a decorare le case nei periodi delle feste.
Ilex Alaska
A voi la scelta, a me piacciono tutte...Vi lascio con le immagini dei loro colori a riflettere.